giovedì 30 maggio 2019

LA GIOIA




Tanto tempo è trascorso senza che dalla Scuola del Gufo giungessero notizie. Forse, molti di voi hanno pensato che si fosse trattato di uno dei tanti esperimenti rapidamente falliti e che ora la villa giacesse solitaria e silenziosa, svuotata di ogni forma di vita ... ma era un pensiero sbagliato.
La Scuola del Gufo è sempre vivace e presente, solo che - proprio per la preziosità dell'Essenza che la governa - non può fare altro che rimanere nascosta.

O meglio: sono gli occhi appannati e i cuori chiusi delle persone ... che non riescono a distinguerla. Pochi, infatti, sono quelli che intravedono, oltre i grandi alberi, la vita luminosa ed intensa che si svolge ogni giorno in quel luogo.




In verità, come i gioielli preziosi, le cose che hanno valore devono essere sempre protette, cosi come si protegge un bambino che cresce o un fiore appena sbocciato.

Alla scuola del Gufo, là nella grande villa in fondo al parco, nascosta agli sguardi indifferenti degli abitanti di quella grande città, la Vita invece, non solo è continuata armoniosa, ma nel frattempo nuovi alunni hanno oltrepassato il cancello. Ciascuno di loro vi è giunto pieno di speranza e nessuno, proprio nessuno, una volta oltrepassata la soglia, ha mai deciso di ritornare alla sua vita di un tempo.

Giorno dopo giorno, impegno dopo impegno, ciascuno si è reso conto che, con il passare dei mesi, la propria vita andava assumendo una nuova ed incredibile dimensione, tanto che quanto aveva lasciato dietro di sé, non solo perdeva valore, ma veniva rapidamente dimenticato.

Sovente, chi trovava il coraggio di spingersi in quel luogo remoto, portava nel cuore un grande dolore. Era stata una sofferenza più intensa ad averlo obbligato a cercare una nuova verità, qualcosa che desse un senso a quella monotona vita nella quale aveva creduto di trovare la felicità e che invece si era rivelata difficile, deludente e dolorosa.




Come al solito, l'Anima del luogo e l'ispiratore dell'armonia che vi regnava, era il Gufo, animale saggio ed avveduto, lungimirante e protettivo, riservato ed al tempo stesso affettuoso. Ciascuno era soggiogato dalla sua autorità; non era paura, ma ammirazione e rispetto. Egli aveva tante cose da insegnare e sapeva generosamente distribuire sia utili consigli che parole piene di calore.

E cosi i giorni trascorrevano felici e gli abitanti del luogo, aumentando in saggezza e bontà, diventavano senza saperlo un serbatoio di buona energia per quella città caotica e confusa, piena di aggressività e paura che viveva nel frastuono assordante, proprio oltre le griglie del parco.

Più passavano i giorni e maggiore, all'interno della Scuola, crescevano il Bene e l'Armonia, la Collaborazione e la Conoscenza; qualità inaccessibili o addirittura inconcepibili per il resto degli umani.

Purtroppo, diceva sempre il Gufo, agli uomini non interessa crescere, né migliorarsi e non bastano calamità o disastri per risvegliare i loro cuori. Preferiscono dormire ed anche quando camminano ed hanno gli occhi aperti, in realtà sono immersi nel sonno, ma se glielo fate notare, loro si arrabbiano e se ne vanno offesi, orgogliosi della loro ignoranza.

Comunque non è del dolore degli uomini di cui vi voglio parlare, disse il Gufo all'assemblea.
Evocare il dolore significa nutrirlo, mentre io voglio insegnarvi l'esatto contrario.

Noi non possiamo aiutare gli uomini in maniera diretta, ma lo possiamo fare da lontano. E' un aiuto invisibile, ma molto importante e soprattutto non dobbiamo giudicarli. Potreste forse criticare un bambino che ancora non ha imparato a camminare?




Cio' di cui oggi vi voglio parlare è l'unico vero modo che abbiamo per aiutare gli umani che ci vivono accanto e che nulla ancora sanno della Vita e dei suoi segreti.

Loro si affannano nella paura e nella tristezza, nel malumore e nell'irritazione. 
Non sanno di quali potenti veleni si nutrono, a quali malattie si condannano e quali fetidi fumi respirano!

Ma noi possediamo un rimedio, un segreto importante per la nostra vita, ma utile anche a loro: la GIOIA!



I saggi piu' antichi, nell'ora del pericolo, erano soliti esclamare:

Gioia !  Gioia !  Gioia !

La loro non era certo un'ingenua illusione, bensì una Conoscenza segreta.
Conoscevano il Tesoro della Gioia e sapevano che, nominandola e rievocandola con sapienza, traevano da essa la forza per accendere i sentimenti necessari per vincere, per superare gli ostacoli, per arrivare più in alto.

Le persone comuni, sanno solo concentrarsi sulle cose che non vanno ... che non vanno come loro vorrebbero e che chiamano "problemi". Ci pensano, ci ripensano, li intensificano e si confondo fino a perdersi, fino a disperarsi.

Eppure, se solo scegliessero di spostare lo sguardo, potrebbero vedere come, nel frattempo, siano accadute tante piccole cose, utili e buone e quanti invisibili favori, il Cielo abbia loro regalato.






La Gioia è uno Scudo potente ed un tesoro prezioso. 
Abituatevi a pensare ad essa come ad una forza che si conquista. Coltivatela come fareste con una rosa profumata, senza mai sminuirla col dubbio o con lo sciocco pensiero che sia solo un'illusione.

La Gioia è una saggezza speciale 
che si svolge lentamente, come se fosse una spirale e gradualmente diviene reale e comprensibile. Esercitatevi senza sosta a scegliere consapevolmente la Gioia, anziché l'amarezza. Quando sentite salire in voi l'irritazione, osservatene la forza distruttiva; sentite quella vampata di rabbia che vi offusca la mente e, contro ogni vecchia convinzione, scegliete la Gioia e la Gratitudine. Non sapete a quale pericolo siete appena scampati, né quale danno stava per cadere sulla vostra testa, dunque scegliete la Gioia.

La Gioia è un atto di coraggio, perché con la Gioia e la Fiducia si valicano gli abissi.

Vi giudicheranno matti, ingenui o illusi?
Lasciateli parlare, è il loro cuore pieno di amarezza che li rende ciechi ad ogni cosa. Non badate a chi non capisce, né cercate di convincerli, ma per voi scegliete la Gioia.


Gioisci dunque per il prossimo conseguimento in arrivo e per ogni tua futura conquista; gioisci senza temere la durezza della battaglia. Fuori urla la tempesta, ma tu abbi nel cuore la Gioia poiché non è solo il coraggio a renderti invulnerabile, ma proprio la Gioia e la Gratitudine di essere nel posto in cui adesso ti trovi.

Che la Gioia sia con te!




giovedì 23 maggio 2019

Un Pensiero d'Amore





Mandiamo Pensieri d'Amore cominciando dalle creature a noi più vicine.

Un pensiero d'Amore, 
anche come semplice carezza dello sguardo 
o onda energetica del pensiero, 
annulla automaticamente qualsiasi forma di giudizio.

Non dev'essere un pensiero complicato, 
né avere particolari caratteristiche, 
basta che sia un pensiero sgorgato dal cuore 
e non dalla mente.

Riconoscerai subito se si tratta di un Pensiero d'Amore,
perché nessun giudizio apparirà all'orizzonte.
La tua mente non avrà spazio per dubbi o esitazioni,
critiche o ripensamenti.

Improvvisamente, quel Seme di Bene che fu dato ad ognuno,
si libererà nello Spazio e attraverserà le distanze; 
giungerà a qualcuno che nemmeno conosci, 
ma che di quel calore, aveva bisogno.

Ancora non lo sai e nessuno lo dice:
il Bene ha il potere di colmare, qualsiasi abisso.



sabato 12 gennaio 2019

VITA DOPO VITA





O Viandante che ritorni, vita dopo vita, 
sappi che nessuno sforzo, 
per quanto piccolo, in buona o in cattiva direzione, 
può scomparire dal Mondo delle Cause.


Neppure il fumo disperso, rimane senza traccia.





Una parola dura, pronunciata in vite trascorse, non si distrugge, ma inevitabilmente ritorna.

E cosi la pianta del pepe non produrrà rose, 
né la candida stella del gelsomino, si muterà in spino o in cardo.

Tu puoi creare oggi, la sorte del tuo domani.
Ciascuna delle cause seminate ad ogni istante nel Gran Viaggio, 
produce la sua messe di effetti 
e questo perché rigida Giustizia regge il Mondo.

Con l'impulso potente di un'azione infallibile, essa reca ai mortali vite di letizia o di dolore, 
karmica progenie di tutti i nostri pensieri e di tutte le nostre azioni precedenti.






Prendi dunque tutto cio' che il merito ti serba, 
o tu dal cuore paziente.
Sii di buon animo e contento del fato.

Tale è il tuo Karma, il Karma del cielo delle tue nascite, 
il destino di coloro che, nella loro pena e nel loro dolore, sono nati con te.
Di coloro che gioiscono e piangono la vita, incatenati alle tue passate azioni.

Agisci oggi per loro ed essi agiranno per te domani.

E ricorda che il bocciolo della Rinunzia del Sé, 
genera il dolce frutto della Liberazione finale.

Ancora non ci credi, ma è condannato a perire chi, 
credendo all'illusione del proprio piccolo sé, 
e temendo di perdere qualcosa, 
si astenga dal porgere aiuto.






Il pellegrino che voglia rinfrescare le sue stanche membra nelle acque correnti, 
ma non osi tuffarsi per timore di essere travolto, soccomberà per il caldo.

L'inazione, basata sulla preoccupazione egoistica, 
non può portare che cattivi frutti
e ti allontanerà per sempre dalla Via.

L'egoista vive senza scopo e quanto pensa di avere ammassato, 
si sbriciolerà sotto ai suoi occhi spaventati.

L'uomo che nella vita non ha compiuto il lavoro destinatogli,
avrà dunque vissuto e sofferto invano.

Le sue lacrime saranno state inutili
e la sua sofferenza nient'altro che un'arida condanna.






Ed ora sappi e non dimenticare: 
la Vera Devozione può restituirti la conoscenza, 
quella conoscenza che era tua 
prima che scendessi nel ciclo delle vite.

La vista e l'udito di Dio non si ottengono in una breve esistenza.

Sii umile se vuoi giungere alla Sapienza.
Sii ancor più umile, quando l'avrai conquistata.
Sii come l'Oceano che riceve tutte le correnti e tutti i fiumi.
La possente sua calma rimane inalterata; egli non li sente.

Reprimi con il tuo Divino Sé, quello inferiore.

Poiché grande è colui che giunge a distruggere il desiderio,
ma a ancor piu' grande è colui che ha ucciso, dentro di sé, 
l'idea stessa del desiderio.

Non ti compiangere e non ti lamentare 
e non permettere mai, 
alla paura, 
di entrare nel tuo cuore.






Ed ora va avanti lieto per la tua strada, 
tieni desta la tua anima 
e bada a che la mente tenda solo verso l'Alto.

Accendi la torcia del tuo cuore se vuoi trovare cio' di cui hai bisogno
e ricorda che solo il Fuoco che hai acceso all'interno 
 ti può guidare.

Non ti spaventare sapendo che non esistono scorciatoie 
né potrai beneficiare di trasporti alati,
solo la Vigilanza potrà tenerti sveglio






... ma una corda sottile e sempre tesa,

è a disposizione di colui che, in ogni istante,

voglia con umiltà e coraggio alzare gli occhi al cielo

e allungare la mano per afferrarla.



LA VOCE DEL SILENZIO
Libro di Precetti Aurei







domenica 6 gennaio 2019

LA PECORELLA IN INCOGNITO ...







Tutto si era svolto rapidamente, proprio quando aveva perso la speranza e non si aspettava più di udire le zampogne, era arrivato il loro suono melodioso e la pecorella sussulto' di gioia.

Anche il Gufo le aveva udite e seppe, ancor prima che si aprisse il cancello, che la pecorella stava per esaudire il proprio desiderio e si stava preparando ad uscire.

Il Gufo ammirava molto la personalità di quella creatura, apprezzava la sua determinazione e nello stesso tempo l'audacia e la leggerezza dei suoi sogni. Per la pecorella tutto era possibile ed i limiti che di solito il mondo percepisce come invalicabili, per lei non esistevano; anziché vedere le difficoltà, lei percepiva sempre e solo le possibilità, le infinite occasioni di apprendimento che la vita offre sempre, a chi voglia imparare. 

L'impossibile, per la pecorella, non esisteva!

Il Gufo sapeva bene che, avere il coraggio di abbandonare il gregge, quando sei stata cresciuta da pecora, domanda una forza enorme. 

Il coraggio di vivere è una qualità della Coscienza e non un sentimento meccanico.

Questo era uno dei principi fondamentali che insegnava alla sua Scuola ed alunni come la pecorella gli davano il conforto di sapere che qualcuno, dopo di lui, avrebbe continuato la sua missione e gli dava la gioia di investirsi sempre di più, in quella grande responsabilità che aveva deciso di prendere sulle proprie ... ali.





Mentre il Gufo era immerso in queste  riflessioni, la pecorella si precipito' fuori dalla scuola. 

Non doveva perdere tempo, sapeva bene che gli zampognari si muovono lungo le vie della città e lei, per il momento, aveva solo sentito il suono delle zampogne e non aveva la minima idea di dove si trovassero.

Come promesso, avviso' i due cardellini che erano i responsabili della portineria e si accordo' con uno di loro affinché la raggiungesse appena possibile. Si rallegrava di poter condividere con qualcuno, la splendida avventura che si accingeva a vivere.

Intanto, per quanto possibile, lei avrebbe corso in direzione del centro città, cercando cosi' di raggiungere le pecorelle che facevano da corteo agli zampognari.



La neve cadeva fitta fitta e non era facile correre fra le strade scivolose, ma la natura l'aveva fornita di pratici zoccoli e lei era talmente felice che le sembrava quasi di volare.

Continuava a muoversi in direzione della musica ed intanto sbirciava con i suoi occhi attenti e curiosi, le strade illuminate, le vetrine e i passanti infreddoliti.

E la prima cosa che la colpi furono proprio le persone che incontrava.

All'inizio temette di  venire subito fermata  ed obbligata a tornare indietro ed invece constato' con sorpresa, che nessuno sembrava accorgersi di lei e la cosa le diede coraggio.

Più' avanzava e più  si stupiva dalla totale indifferenza che le persone mostravano nei suoi confronti; nessuno si accorgeva della sua presenza e nessuno si sorprendeva che una pecora vagasse sola per la città. Ad un certo punto si domando' se per caso, alla Scuola del Gufo, non avesse acquisito strani poteri e fosse diventata invisibile.   Certo essere invisibile un poco le sarebbe piaciuto, ma sentiva la neve bagnarle le zampe e dunque concluse di essere sempre in carne ed ossa. In ogni caso nessuno le dava fastidio ed era proprio come se non la vedessero.





Improvvisamente, un rumore assordante la fece sussultare e la distolse da queste considerazioni interiori. Che fosse invisibile o meno poco importava, stava passando un'enorme macchina di ferro e lei doveva stare attenta e raggiungere al più presto gli zampognari.

Fu proprio in quell'istante che si accorse di due cose importanti: non sentiva più la musica nemmeno in lontananza ed un bambino, seduto nel tram accanto alla mamma, le fece un cenno di saluto con la mano. Almeno aveva la certezza di essere sempre visibile!

A questo punto, data l'indifferenza generale, forse gli zampognari non erano più necessari.




Come al solito trovo' in sé il coraggio e la passione per portare avanti le sue scelte e decise allora di continuare la strada vagando tranquilla, andando dove il cuore la portava.

E se proprio qualcuno l'avesse fermata e le avesse fatto domande, avrebbe risposto che si era persa e che stava cercando di ritrovare il suo gruppo di pecore.

Tutto era semplice ed era libera!

Continuo' dunque fra le strade della città senza avere una vera e propria meta, voleva assaporare, senza timore, ogni più piccola sensazione.

Voleva guardare, percepire le emozioni della gente, sentire l'aria gelida scompigliare i suoi riccioli di lana, voleva osservare con intensità il mondo che la circondava per coglierne la verità ed ogni più intimo aspetto.

Qual'è il senso delle feste che gli uomini dicono di celebrare?
Perché festeggiano il Natale e il Capodanno, i compleanni ed altre cose ancora?

Sono realmente felici, mentre vivono questi momenti che dicono essere importanti e pieni di valore?

Queste erano alcune delle tante domande che frullavano nel capo della pecorella.




Intanto, mentre avanzava fra le strade illuminate, si accorse che una strana sensazione stava cominciando ad impossessarsi di lei.
Inavvertitamente e controvoglia,  inizio' a percepire come un malessere. Una vena di tristezza si era infilata nel suo cuore e la gioia che credeva di trovare, stentava a farsi riconoscere.

Eppure sapeva di essere una tipa coraggiosa e poco incline ai condizionamenti; ciononostante  percepiva una strana atmosfera, come una contraddizione evidente fra l'aria gioiosa creata dalla neve e dalle luci ed una forma di tensione, di stanchezza e di disincanto che percepiva invece nello sguardo delle persone.

Tutti avevano le mani piene di pacchetti, alcuni si tenevano vicini e sembravano sorridere, ma la maggior parte della gente si muoveva in fretta, lo sguardo imbronciato, urtandosi a vicenda, incuranti di chi passava accanto. Si sarebbe detto che l'unica cosa che importasse loro era entrare nei negozi ed uscirne carichi di pacchi, ma nei loro sguardi c'era come una spossatezza ed una forma di assenza. Dov'era la gioia?




Erano consapevolmente felici di quegli istanti di festa o stavano solamente sopportando il peso delle convenzioni?

Mi sembra di capire che non sono io ad essere diventata invisibile; in realtà sto camminando in un mondo di gente invisibile!

Pochi sembrano lieti, forse nemmeno i bambini. Le mamme li strattonano perché vanno di fretta e i papà non sembrano avere tempo per loro. Che strano! Avevo immaginato un'atmosfera completamente diversa.  Mi aspettavo la gioia ed ora vedo tanta stanchezza ed una velata solitudine; come se tutti si sforzassero a fare qualcosa senza esserne convinti.
Sono sentimenti che proprio non mi aspettavo, dovrò parlarne al gufo, lui saprà spiegarmeli.




Certo io sono una semplice pecora e non mi è dato capire, ma tutto questo sfavillio di luci mi sembra finto.

Il cuore delle persone è spento, altrimenti non sarebbero cosi indifferenti a quanto accade attorno a loro.

E come se dovessero sempre difendersi da qualcosa.

Le luci sono fuori, ma dentro alle anime forse c'è molto buio.

Si muovono come se ignorassero la giusta direzione, come se non sapessero cosa cercare e cosa possa far loro del Bene.

Solo mi domando: sarà colpa dei tempi difficili come loro sostengono, o in realtà nessuno è capace di vedere la luce e di cercarla come un bene prezioso?

Non è che quando si parla di luce, pensano solo alla corrente elettrica? Ecco perché amano tanto le luminarie!




Ad un tratto, visto che si parlava di luce, la pecorella ebbe un'illuminazione e trovo' la risposta che cercava:  gli uomini celebrano le  feste perché l'Anima ispira una tensione a qualcosa di più Grande.

Nel buio dell'inverno - che altro non è che il buio della vita - una festa, una stella, un'occasione diversa, sono l'invito ad elevarsi.

Una voce misteriosa invita ciascuno a cercare la luce, ma oggi ho capito che, in questa essenziale operazione interiore, ... le luminarie delle strade non bastano.

E poi, cercare la Luce non dev'essere un fatto sporadico, ma la scelta di ogni giorno. Non può essere l'esercizio di qualche rapida festa, bensi l'impegno di tutta una Vita ... (avrebbe sicuramente detto il Gufo).

Forse - continuo' nel suo parlare la pecorella - le persone che ho incontrato per le strade, stanno cercando in queste occasioni una piccola scossa, qualcosa che li faccia sentire vivi, oppure amati e magari non troppo soli, ma in realtà nessuno riesce a trovare quello che tanto desidera ed ora, quel senso di vuoto che sempre li accompagna, è ancora più forte.




Riflettendo su queste cose si fermo' un istante.

Forse aveva visto tutto quello che c'era da vedere e poi, questa tristezza improvvisa, non le piaceva.

Ho visto abbastanza - disse a se stessa - Devo correre a casa, desidero far ritorno alla Scuola, ho un mucchio di cose da chiedere al Gufo ed ho bisogno di chiarimenti.

Detto fatto lascio' le strade del centro per tornare indietro e dirigersi verso la zona più remota del parco là dove, dietro agli alberi carichi di neve, l'aspettava il calore della Scuola.

In un attimo fu alla griglia del cancello, lo spinse felice. Era contenta dell'esperienza vissuta, ma maggiore era la gioia che provava all'idea del clima confortante e sereno che avrebbe ritrovato.




Prima di entrare nel vestibolo e scrollarsi la neve di dosso, prese ancora un momento per sé e concluse:

La Vita è fatta di buio, 

perché solo a queste difficili condizioni,
ogni creatura puo' essere spinta, 
con coraggio e devozione, 

a cercare la Luce!









a tutti!


martedì 1 gennaio 2019

FESTE DI FINE ANNO ALLA SCUOLA DEL GUFO





Questo era il primo Capodanno che la pecorella trascorreva alla Scuola del Gufo. Erano oramai trascorsi molti mesi da quando aveva bussato alla porta, lasciando dietro a sé il vecchio mondo con le sue rassicuranti abitudini.

Si era ambientata ed ora amava molto la sua nuova vita fra le mura di questo luogo speciale. In compagnia degli altri animali aveva scoperto la gioia del vivere insieme ed aveva sperimentato la forza che si riceve, quando si condivide lo stesso scopo e ci si impegna a progredire aiutandosi a vicenda.

Di tanto in tanto pensava alla sua vecchia esistenza, al resto del gregge che era rimasto sui monti e che, assorbito dalle solite preoccupazioni, si era sicuramente dimenticato di lei.




All'inizio, questo pensiero le aveva procurato una stretta al cuore, come se il mondo che aveva lasciato, fosse l'unica realtà che ancora potesse darle un'identità.
In fondo lei era una semplice pecora, come le era venuto in mente di abbandonare le uniche cose che conosceva?
Se si guardava indietro, quasi si stupiva della forza che l'aveva spinta a partire, della determinazione che l'aveva ispirata a muoversi contro paure e pregiudizi, ma ora era sicura di aver fatto la scelta giusta.
Lei voleva migliorare la propria vita e questo era più' importante di tutto.

E poi alla Scuola del Gufo regnava un clima di vera amicizia e di sincerità, una sintonia che non aveva mai conosciuto. Nemmeno quando le pecore si radunavano e si tenevano strette strette per difendersi dal lupo, vi erano fra di loro dei sentimenti cosi sinceri e forti!

E cosi i mesi erano passati, all'estate si era succeduto l'autunno ed ora, con l'inverno, erano arrivate le feste di fine anno.





Fuori il mondo sembrava impazzito, la gente era più' occupata ed indaffarata del solito. Per lei, che era sempre vissuta in campagna, la città rappresentava un incredibile mistero.

Mai, lassù', nella solitudine dei pascoli montani, avrebbe immaginato che potesse esistere uno sfolgorio di luci e di girandole luminose in grado di creare scenari nuovi, capaci di entrarti nel cuore ed accarezzarti la mente.

Anche la persona più' fredda non poteva rimanere indifferente alla magia luminosa creata dalle decorazioni e forse, disse a se stessa la pecorella, questo è proprio lo scopo voluto:  riuscire, per quanto possibile, a circondare di una rassicurante carezza gli esseri umani.

Aveva osservato tutto cio' dalla finestra della sala di lettura, là dove gli animali si riunivano per studiare, dopo le lezioni del giorno.

Al calore confortante del camino e dietro ai bagliori colorati dell'albero di Natale, la pecorella osservava il mondo circostante ed immaginava quali misteriosi fatti accadessero fra le  festose vie del centro.





Si sentiva attirata dalle strade illuminate e dalle vetrine scintillanti ed  in cuor suo avrebbe tanto voluto uscire per le strade e sentire l'eccitante energia che sicuramente regnava.

Ma come fare?
Come poteva immaginare di passeggiare indisturbata? 
Cosa ci poteva fare una pecora, sola e sognante, fra le vie del centro?

Non era il freddo ad intimorirla e nemmeno i passanti o la neve, ma non era immaginabile pensare di riuscire a muoversi fra la gente, passando inosservata. Sicuramente qualcosa sarebbe intervenuto a turbare la calma con cui voleva godersi quei momenti e questo voleva evitarlo.
Desiderava osservare il mondo, sapeva che il suo occhio attento si sarebbe nutrito di ogni più' piccola impressione, ma aveva bisogno di una copertura, di una buona scusa per far parte dello scenario senza avere problemi.

Ma come fare?

Con una punta di tristezza stava per mettere da parte questo desiderio, quando proprio dal suo passato arrivo' un'idea e con essa un incredibile soluzione.

Improvvisamente ricordo' che, proprio in questa stagione, gli zampognari e le loro pecore, scendevano a valle ad allietare, con le loro melodie natalizie, le strade ed i villaggi.






Che idea meravigliosa! Avrebbe potuto unirsi alle pecore degli zampognari e far parte di un corteo festante ed improvvisato, senza destare alcun sospetto!

Sarebbe stato sufficiente rimanere in attesa e, udito il suono delle zampogne, uscire rapidamente dalla scuola ed unirsi a loro per un momento. Forse le altre pecore l'avrebbero guardata con diffidenza, ma lei avrebbe fatto un bel sorriso e avrebbe camminato accanto a loro incurante di ogni eventuale giudizio. L'importante era poter realizzare il suo sogno.

L'idea le sembrava ottima e senza esitare decise di andare dal Gufo a comunicargli il suo progetto. Covava nel cuore la segreta speranza che egli non facesse obiezioni e l'assecondasse.

Busso' alla porta dello studio con il cuore in subbuglio, un misto di paura e di entusiasmo si mescolavano dentro di lei; sperava con tutta se stessa di avere l'accordo del Gufo e cosi' entro' senza attendere.





Maestro, avrei pensato... - disse subito senza esitare...

Hai il mio accordo pecorella - giunse stentorea e immediata, la risposta.

So bene cosa stai per chiedermi - disse il Gufo con la sua solita e rassicurante voce.
Prima ancora che tu parlassi, l'espressione dei tuoi occhi mi ha comunicato il tuo progetto e so perfettamente cosa ti sta a cuore e cosa vorresti fare.

La tua curiosità e i sentimenti che ti spingono a vivere questa esperienza ti fanno molto onore. Sei ancora una volta intelligente e perspicace ed hai capito che non è saggio rifugiarci nelle comodità e nella pigrizia, ma è nostro dovere guardare il mondo con passione e curiosità e muoverci verso di esso.
Condivido i sentimenti che ti spingono ad uscire nel mondo e li trovo lodevoli; inoltre, la tua idea di associarti ad un gruppo di zampognari mi sembra ottima e mi dimostra quanto tu sia previdente ed accorta. 
Apprezzo poi il fatto che tu me ne abbia parlato; la comunicazione nella nostra Scuola è essenziale, qui non possono esistere segreti né sotterfugi e questo tu lo hai capito molto bene.

Capisco anche che, appena sentirai le cornamuse, dovrai affrettarti ad uscire e probabilmente non avrai il tempo di avvisarmi personalmente, è sufficiente allora che tu lo dica ai due cardellini di turno in portineria ed uno di loro ti accompagnerà durante tutto il tempo in cui starai fuori.
Se dovessi avere bisogno, lui potrà rapidamente tornare alla Scuola e noi sapremo subito cosa fare.
La città, soprattutto in questi giorni di festa, è un posto ben diverso dai verdi prati nei quali sei cresciuta ed è meglio prendere qualche piccola precauzione.
E poi il cardellino è abituato, conosce tutte le strade, le sue ali gli permettono di andare sovente in perlustrazione e di tornare sempre appagato e felice.

Ma prima che tu vada, ho una precisa richiesta da farti: osserva attentamente il mondo che troverai, rifletti su quanto vedi e poi ritorna a parlarmene, voglio conoscere le tue impressioni.




La pecorella non credeva alle proprie orecchie, aveva il permesso del Gufo e sarebbe potuta uscire nelle strade illuminate del Natale, che esperienza meravigliosa la stava aspettando e chissà quante cose stupende avrebbe potuto vedere.
L'entusiasmo le dava euforia e non vedeva l'ora di udire, oltre la siepe del giardino, il suono inconfondibile delle zampogne.

Speriamo non si facciano attendere, ripeté fra sé entusiasta.
Sono cosi contenta di questa straordinaria opportunità!
Quanto sono fortunata!

Intanto la neve aveva ripreso a scendere, rendendo il paesaggio e l'atmosfera ancor più' speciali.






Per rendere l'attesa più' piacevole decise di leggere un racconto di Natale e si mise in paziente attesa; aveva nel cuore il suono delle zampogne e non vedeva l'ora di uscire fra le vie illuminate.

Era incredibilmente felice, quante straordinarie esperienze si possono fare!

... Una nuova e meravigliosa avventura, stava per incominciare ...