mercoledì 5 giugno 2013

C'era una volta un bruco



 un bruco

che viveva tranquillo nel bosco. Egli trascorreva le intere sue giornate rosicchiando le foglie piu' tenere e saporite e quando infine era ben sazio, si riposava su qualche ramo rugoso fra gli alberi della foresta.

Egli formava insieme ad altri bruchi, una comunità che da tempo immemorabile aveva il proprio spazio e la propria vita su un pianeta chiamato Terra, una grande e straordinaria sfera situata all'interno di un merviglioso ed immenso sistema chiamato Universo.

 

La comunità dei bruchi era molto popolosa, sembrava essere al suo interno molto solidale e ad osservarla con attenzione, si capiva bene che essa fondava le proprie regole di vita su quanto era stato nel tempo conosciuto ed accettato e soprattutto era stato, dagli antenati, reputato giusto e buono.

Il nostro bruco grassoccio e peloso, si spostava lentamente sulla corteccia dei rami, sfiorava leggero le foglie degli alberi, si nascondeva pauroso dietro ai petali di un fiore ed appoggiava il suo corpo un po' goffo, su delle esili zampette.

Nonostante avesse due grandi occhi proprio al centro della testa, si sarebbe detto che il suo campo di visione e le sue capacità di percezione, fossero in realtà molto limitati e sembrava davvero che il senso della vista avesse condizionato o addirittura annullato, lo sviluppo completo degli altri suoi sensi.


L'attività preferita del nostro amico bruco era mangiare le foglie, guardare la televisone, stare un poco con la famiglia ed anche ritrovare gli amici per parlare del piu' e del meno ed insieme sconfiggere la noia. A leggere queste poche righe si direbbe che il popolo dei bruchi non avesse un'attività ben definita e sembrerebbe che la loro esistenza trascorreva passiva senza troppi interessi né ambizioni.


Cio' è in parte vero, ma anche non completamente esatto; i bruchi infatti avevano il compito di tenere pulita la foresta e dovevano collaborare con gli altri essere viventi a mantenere intatto l'equilibrio del posto in cui vivevano da moltissimi anni.
All'interno della comunità di bruchi vi era naturalmente, una vera e propria gerarchia sociale; vi era un capo che aiutato da altri sotto capi, controllava che le leggi venissero rispettate e che tutto si svolgesse secondo un ritmo collaudato da secoli. Il bruco di cui parliamo era proprio uno di questi capi e dobbiamo purtroppo dire che il potere che aveva (o che credeva di avere) lo aveva reso arrogante  e pieno di sé. In effetti, piu' passava il tempo e sempre meno egli era disposto a mettersi in discussione, aveva oramai dimenticato cosa fosse l'umiltà e rifiutava ogni tipo di cambiamento e di nuova conoscenza poiché era convinto di avere sempre ragione e di sapere tutto.

Il bruco aveva sempre la testa piena di pensieri e non prendeva una decisione senza aver prima valutato il pro ... e il contro e li valutava cosi tante volte e talmente nei dettagli che alla fine non ci capiva piu' niente e faceva una scelta della quale il giorno dopo si pentiva sempre amaramente.


Dobbiamo ora dire che il sentimento predominante nella comunità dei bruchi, era la paura; i nostri bruchi avevano paura di tutto cio' che turbava il ritmo prestabilito della loro esistenza; temevano i cambiamenti e le cose sconosciute, avevano paura del giudizio degli altri bruchi, temevano la solitudine, la malattia e la povertà, in compenso una delle loro attività preferite era lamentarsi. I bruchi si lamentavano di tutto, delle foglie troppo dure da rosicchiare, del tempo troppo freddo e piovoso, degli alberi troppo affollati e naturalmente anche dell'esistenza di qualche ingordo uccellino interessato a loro per un saporito pranzetto. In fondo, a pensarci bene, il mondo era proprio ingiusto e il Creatore era stato crudele poiché aveva inventato i pericoli e la sofferenza e aveva ridotto quei poveri bruchi a vivere sempre nella preoccupazione e nell'infelicità.

Ma c'erano ancora due cose di cui i bruchi avevano molta paura e una di queste ...
era il silenzio.


Il silenzio li terrorizzava, li faceva sentire isolati, perduti e vulnerabili; se per caso accadeva che i rumori del bosco si interrompessero per qualche istante, ad un tratto i bruchi udivano il battito del loro cuore e questo li spaventava moltissimo e allora si buttavano a capofitto nelle cose da fare.

Loro non lo sapevano, ma dalla paura si generavano inevitabilmente altri sentimenti negativi quali la diffidenza, i pregiudizi, il bisogno continuo di sicurezze e garanzie, la rivalità, la rabbia e il rancore. A causa del predominare di queste emozioni i bruchi vivevano in una condizione di profonda inquietudine, di tristezza e di perenne insoddisfazione. Trascorrevano la loro breve esistenza avvolti in una inspiegabile sensazione di timore e di solitudine. Quando ad esempio un bruco si spostava nel bosco, faceva una nuova conoscenza, sceglieva un nuovo compagno o si impegnava in una nuova attività, il sentimento impercettibile della paura ispirava i suoi sentimenti e determinava le sue decisioni.
Oh certo, a volte riuscivano ad essere felici, festeggiavano i compleanni ed anche i capodanni, una volta all'anno andavano in ferie, ma in fondo erano solo brevissime parentesi di euforia piu' che di reale felicità. In effetti era come se una barriera invisibile separasse il mondo dei bruchi, dalla verità delle cose e dai segreti dell'Universo; piu' i bruchi si trinceravano dietro alle loro convinzioni superficiali e piu' la bellezza del mondo, si allontanava da loro.


Fra i bruchi vi era poi una paura ancora piu' grande delle altre, era un sentimento cosi forte e devastante che riusciva a catalizzare ogni emozione per tradurla in terrore e spavento. Era una paura talmente radicata ed ancestrale che i bruchi avevano deciso di rimuoverla, in pratica facevano di tutto per pensare il meno possibile alla loro paura, la negavano e nascondevano a loro stessi e ai loro figli bruchini, la sua esistenza.


Tale sentimento era legato ad una fatto misterioso e sovente improvviso che nessuno era ancora riuscito a comprendere ed il mistero non faceva che accrescere la paura.

Improvvisamente  accadeva che un bruco sparisse: lo si vedeva alla sera e il mattino dopo non esisteva piu', era come se attraversasse una barriera invisibile, cambiasse dimensione e sparisse completamente alla vista degli altri bruchi. Vi era dunque nella vita di queste creature un mistero talmente insondabile ed inesplorato, che i poveretti vivevavo un'intera esistenza portando nel cuore il terrore che anche a loro accadesse di partire improvvisamente e dover lasciare la vita che conoscevano.  Ogni tanto, a dire il vero, provavano a parlarne fra di loro, ma non riuscivano mai a mettersi d'accordo, non potevano accettare serenamente l'idea di venire risucchiati da una forza invisibile. Per loro era impossibile concepire l'ipotesi che questa sparizione avesse uno scopo ben preciso, cosi' come potrebbe esserlo il passare da una dimensione ad un altra, o attraversare un ponte sospeso fra due mondi. Per loro si trattava unicamente di un dramma, di una minaccia ineluttabile alla quale, naturalmente, preferivano non pensare.

Un bel giorno, mentre il nostro bruco si trascinava pensieroso in cerca di una tenera foglia da rosicchiare, proprio mentre il vento nel bosco si era fermato e l'aria era piu' rarefatta, gli parve improvvisamente di sentire dietro di sé uno strano fruscio, come una magica presenza.


Non vedeva nessuno, eppure sentiva una strana apprensione, come se attorno a lui lo spazio fosse riempito da un'energia potente e purissima, una forza magnetica lo attirava a sé e non gli permetteva di fare i soliti pensieri; avrebbe persino voluto avere paura e riconoscere in quel sentimento qualcosa di familiare e di rassicurante, ma non vi riusci'. L'energia che lo circondava infondeva benessere ed una profonda tranquillità, nessun timore era possibile al cospetto di quella invisibile presenza.

Mentre il nostro bruco cercava di capire cosa gli stesse accadendo, una voce forte e nello stesso tempo soave incomincio' a parlare: "Sono il Grande Spirito della Foresta e conosco i tuoi pensieri cosi come conosco i tuoi eterni timori; so quanto sta battendo il tuo cuore in questo istante, ma io ti esorto a non aver paura e ad ascoltare bene quanto sto per dirti".

"Il Re del Mondo ha deciso di riservare proprio a voi bruchi un meraviglioso regalo, una splendida occasione per crescere e per trasformarvi. Pensa, oggi ti muovi strisciando e sei anche un po' bruttarello, ma tu e i tuoi fratelli siete destinati a diventare creature multicolori e leggere, sarete in grado di volare, di vedere la luce del sole ben oltre le cime degli alberi, potrete spostarvi con un semplice battito d'ali da un petalo di fiore ad una spiga di grano".

Il bruco ascoltava stupito.

"Cio' che vi attende è una metamorfosi, una morte ed una rinascita, un rinnovamento totale delle vostre cellule e delle vostre potenzialità, una continua trasformazione della vostra forma e del vostro manifestarvi nella Vita.
Si tratta di un cambiamento radicale che vi permetterà di vedere il mondo e comprendere i suoi segreti da un nuovo e piu' vero punto di vista.

Vi è un solo problema alla realizzazione di quanto ti sto descrivendo e questo ostacolo viene da te. Solo tu puoi cambiare le cose, solo tu hai la responsabilità della tua evoluzione e dunque caro bruco, sei disposto a pagare il prezzo della tua trasformazione? Sei disposto a voler uscire dalla paura e dalla diffidenza per aprirti alla scoperta di nuove dimensioni e verità ?

Tu ed i tuoi fratelli bruchi non sapete di avere a disposizione una grande opportunità, chiusi nei vostri pensieri sempre uguali e nelle vostre paure, vi state inaridendo, vi state allontanando dai segreti dell'esistenza, vi limitate ad accettare e a credere solamente nelle cose che vedete e cosi, poco a poco, la vostra Vita perde sempre piu' significato e vi sentite tristi e depressi.


Quello che non capite è che il vostro destino ineluttabilmente vi porterà ad una trasformazione, cio' che è scritto è scritto e cio' che deve accadere, accadrà. Che lo vogliate o no la trasformazione si imporrà a voi, ma non credi che sarebbe molto piu' bello ed interessante andare incontro al proprio destino con curiosità e passione anziché sbatterci contro e farsi certamente molto male?"

 

Il bruco ascoltava sbigottito, nonostante fosse abituato a pensare di avere sempre ragione, questa volta non poteva rimanere indifferente alla forza ed alla chiarezza di quel messaggio. Si stupiva di non essersi mai domandato se esistesse un senso dietro a certi accadimenti, si rendeva conto di aver accettato passivamente un mucchio di cose senza averci mai riflettuto in maniera personale e giunse a vergognarsi della sua cocciutaggine e di un cuore divenuto oramai troppo pigro.

Nella sua testa rimanevano comunque ancora molti dubbi, troppe convinzioni stereotipate avevano per lungo tempo impregnato il suo modo di pensare a tal punto che ora, cambiare prospettiva, diventava quasi impossibile e poi, diciamo la verità, aveva un'enorme paura di avventurarsi in realtà sconosciute.

Eppure aveva la strana impressione che la Verità non fosse lontana.

Certamente, per abbandonarsi a qualcosa di talmente maestoso ed indefinibile, ci voleva tanto coraggio e lui (di coraggio) sentiva di non averne molto e poi sperava che questa operazione non domandasse molti sforzi e fosse, soprattutto, indolore.

Insomma, da una parte era interessato a questa straordinaria idea, ma dall'altra non era disposto a mettere in discussione le piccole certezze sulle quali aveva costruito la sua vita.
Che cosa avrebbe avuto in cambio? La possibilità di volare?
Ma i bruchi non volano, non ne aveva mai visti.
E se questa idea fosse un inganno e non ci fosse niente di vero?
E poi cosa penserebbero gli altri bruchi? Direbbero senz'altro che era uscito di senno ed il suo prestigio ne sarebbe risultato compromesso.

Piu' questi pensieri prendevano spazio nella sua testa e piu' si accorgeva che, superato un momento di iniziale entusiasmo, ora la ragione stava portando ordine nella sua mente. L'euforia di prima lasciava il passo a considerazioni "scientifico-razionali" delle quali non si poteva dubitare;  l'idea descrittagli dallo Spirito della Foresta non aveva basi credibili e lui non era disposto a rischiare quel poco che aveva (primo fra tutti l'onore e i privilegi del suo ruolo) per un'idea che, piu' ci pensava e piu' si rivelava assurda e ridicola.  Bruchi che volano... che pazzia!

Siccome non se la sentiva di voltare le spalle allo Spirito della Foresta e non poteva confessare il timore di un eventuale castigo, decise di formulare un ultima domanda.
"Per favore, Spirito della Foresta, affinché io possa decidere con cognizione di causa, toglimi un'ultima curiosità. Non ho capito una cosa importante: affinché noi bruchi si possa volare ed effettuare questa metamorfosi che tu dici, è necessario impegnarci e fare qualcosa di speciale o tutto avviene senza sforzo e senza sofferenza?"

La risposta fu immediata poiché il Grande Spirito della Foresta se l'aspettava; da tempo memorabile infatti, conosceva il pensiero dei bruchi e sapeva quanta paura, diffidenza e pigrizia ci fossero dentro ai loro cuori.

"Caro bruco, l'operazione che ti ho descritto domanda la tua collaborazione ed il tuo sacrificio, so bene che tu non hai voglia di fare fatica, ma senza impegno e sofferenza non è possibile capire, né è possibile conoscere il desiderio di migliorarsi. Se tutto fosse facile e scontato tu non ti faresti nessuna domanda e continueresti a vivere passivo e indifferente solo impegnato a divorare, con sempre maggiore ingordigia, le foglie degli alberi.

Senza sofferenza tu non potresti conoscere le tue reazioni, né riusciresti a metterti alla prova, ti priveresti pertanto di un'esperienza molto importante sia per la tua conoscenza che per la tua evoluzione.
Il cambiamento che ti ho descritto domanda il tuo coraggio e la tua disponibilità ad andare verso l'ignoto, ad entrare nel silenzio e nella solitudine, come se tu ti chiudessi in un bozzolo.


Il primo sforzo che dovrai fare sarà proprio quello di entrare dentro di te, isolarti un poco dal mondo e dai suoi rumori, prendere il tempo di fermarti per osservare e riflettere. Pensi di averne il coraggio?

Se tu sarai disponibile a questa operazione dovrai allora affrontare il buio di uno spazio senza sicurezze né garanzie, buio che inevitabilmente incontrerai al tuo interno. Conoscerai la paura, vedrai in faccia le tue fragilità e debolezze e vedrai le stesse debolezze nei bruchi tuoi compagni. Arriverà un momento in cui stanco e demoralizzato vorrai tornare indietro, ma cio' non sarà possibile. Pensi di farcela?"    

A questo punto il bruco era stanco e confuso, l'immensità della proposta lo aveva turbato. Si sentiva stremato, come se l'energia di cui si era per un istante nutrito lo avesse reso ubriaco di sogni e di desideri.

La paura prese velocemente il sopravvento e allora decise di interrompere quel contatto. In cuor suo si sentiva offeso da una proposta tanto assurda, giro' le spalle ed indignato se ne ando' senza salutare.
Per darsi un po' di coraggio e per trovare un po' di consolazione, afferro' rapido la foglia che aveva tralasciato di mangiare e la mastico' rumorosamente. Si rese conto che aveva un inconsapevole bisogno di ritrovare le sue vecchie abitudini e manie e potersi cosi' convincere che non era successo niente. Aveva bisogno di credere che la vita scorreva imperturbabile secondo quel ritmo rassicurante e familiare che aveva sempre conosciuto; alzo' il capo, striscio' sul terreno con vigore ed orgoglio e si diresse verso il villaggio e verso gli altri bruchi.

Quando oramai scorgeva le case, prese la decisione di non dire nulla ai suoi compagni poiché temeva il loro giudizio e già sapeva che lo avrebbero deriso. Era meglio non fare troppe parole e non rischiare di passare da stupido, in fondo la sua vita gli andava bene cosi, senza troppi contraccolpi e senza grandi ambizioni, aveva quel po' di potere che gli serviva per sentirsi gratificato, aveva una quantità necessaria di foglie da mangiare, aveva una famiglia e degli amici ... cosa voleva di piu?

Oh si, un'altra cosa da fare c'era sicuramente: promise a se stesso di impegnarsi a rimuovere quanto prima, il ricordo di cio' che lo Spirito della Foresta gli aveva detto, voleva dimenticare l'incontro e voleva d'ora in poi ignorare ogni altra opportunità e occasione per guardarsi dentro e per conoscersi, aveva capito che si sarebbe trattato di un'operazione troppo pericolosa, era dunque meglio evitare di prendere rischi.

Giunse a casa con molto ritardo e trovo' tutti molto agitati e preoccupati, mancava da cosi tante ore che tutti credevano che fosse sparito come spariscono i bruchi quando si dissolvono e non tornano piu'. La sua lunga assenza aveva risvegliato la loro paura ed allora volevano sapere, gli fecero un sacco di domande. Lui pero' non aveva voglia di parlare poiché era ancora troppo turbato e poi aveva deciso di non dire niente. Entro' in casa, la minestra sul fuoco emanava un rassicurante profumo di foglie rosolate, tutto era in ordine, tutto era come l'aveva sempre conosciuto, niente era cambiato ed allora si senti' protetto e teneramente al sicuro. Sedette fra i cuscini della sua comoda poltrona e tiro' un sospiro di sollievo.

Ora gli rimaneva  solo un'ultima cosa da fare: dimenticare la sua paura e sperare che la Morte lo risparmiasse.


Vi abbraccio forte.





1 commento:

IDK ha detto...

E' proprio una bella storia, dove l'hai trovata? Pensavo che andasse a finire come tutte le altre storie di bruchi e invece....no. Non so perché ma una storia a lieto fine mi avrebbe dato più fastidio, mi avrebbe fatto sentire incapace e inferiore agli altri. Questa storia secondo me dà la forza di provare a rinnovarsi, di continuare a stringere i denti per arrivare finalmente alla metamorfosi e a dire: sì, ce l'ho fatta!