venerdì 14 giugno 2013

Ritorno alle origini


Mi sono assentata qualche giorno, ho brevemente interrotto i ritmi quotidiani per percorrere 300 chilometri (che non sono poi molti) per tornare alle mie origini, per tornare a casa. Erano diversi mesi che non vi ritornavo, gli impegni dell'inverno ed un tempo nevoso e freddo avevano fatto si' che rimandassi sempre questo viaggio. Di solito mi muovo da sola, mi piace molto guidare e nella solitudine della mia auto ho il tempo per le riflessioni piu' attuali, i progetti, le emozioni; ogni paesaggio seppur conosciuto, mi ispira ogni volta nuovi pensieri e belle sensazioni e cosi mi preparo interiormente al cambiamento e alle energie di chi sto per incontrare.

Il legame con la mia terra è sempre stato un punto di riferimento molto importante, una realtà psicologica e culturale che mi ha definito e nel contempo ha impreziosito la mia esistenza offrendole un'impronta unica e personale. Le mie radici mi hanno nutrito e oggi ancora mi nutrono e traggo da loro ricordi e valori che conservo con cura e con passione.
Sono sinceramente riconoscente a questa parte di Piemonte che mi ha visto crescere e sono ancora piu' riconoscente ai miei genitori ed all'eredità interiore che mi hanno trasmesso, un'eredità legata alla terra, alle sue tradizioni ed ai suoi valori.
Amo profondamente questa pianura senza limiti, questo spazio infinito nel quale lo sguardo si perde; nelle giornate piu' luminose non ci sono confini dal Monviso al Resegone, l'occhio non ha ostacoli e il cuore si sente avvolto da un abbraccio caldo e conosciuto.


  

Ogni stagione mi comunica impressioni e sensazioni intense, ma due sono i paesaggi ai quali sono particolarmente affezionata e ancora oggi, dopo tanti anni, l'immergermi nella loro atmosfera mi nutre e mi riempie di gioia. Il primo di questi paeaggi è quello delle risaie allagate; l'immensità del cielo con i suoi colori cangianti, i pioppi che si riflettono nell'acqua, le cascine lontane che sembrano posate su invisibili isole, gli aironi leggeri che volano da un argine all'altro, sono immagini che mi nutrono e mi colmano ogni volta di dolcezza. Quest'anno la stagione è un poco in ritardo ed il riso sta spuntando solo ora. 


 


In un pomeriggio assolato di molti anni fa, andai con il mio nonno Pinot a controllare il livello dell'acqua; naturalmente ci muovevamo in biciletta, la sua mi piaceva moltissimo: aveva un portapacchi davanti e uno dietro, era una bicicletta robusta ed imponente, ogni pedalata era cosi potente che ti inebriava. Da tempo desideravo entrare nella risaia a piedi nudi, ma questo onore non mi era ancora mai stato concesso, quella fu la grande occasione, tolsi i sandali ed avanzai fra le piantine di riso. I piedi affondavano nella melma ed avanzare non era facile, ma il contatto con la terra era cosi forte ed intenso che sentivo dentro di me, ad ogni passo e con chiarezza, che quella era una parte di me e della mia storia. Sono sicura che state sorridendo e provate un po' di tenerezza poiché vi sto raccontando con enfasi e passione, qualcosa che a voi sembrerà banale e senza importanza, ma vi assicuro che vissi quella breve traversata come una vera ed intensa avventura ed oggi, a distanza di molti anni, ne rivivo nei dettagli le immagini e le sensazioni.

Ciascuno sa bene come sia sufficiente tornare ai ricordi dell'infanzia per rivivere la magia interiore che ci animava, quel fascio luminoso e caldo di stimoli, percezioni e sogni. A me tutto sembrava intenso, vibrante e speciale; ho la fortuna di poter conservare nella memoria anche i piu' irrilevanti dettagli, sento l'aria sul viso mentre pedalo con vigore, il rumore gentile del ruscello che da' acqua ai campi, vedo la luce abbagliante delle giornate estive, sento il profumo dell'erba appena tagliata, il ronzare degli insetti, le voci della gente. Tutto stimolava la mia fantasia ed aumentava questo legame forte e sacro che sentivo con la  terra e con l'ambiente che mi circondava.

Ripensando a tutto cio' sento nascere in me una profonda gratitudine per quanto ho ricevuto e mi considero molto fortunata, ma sono sicura che attraverso queste parole anche a voi stanno tornando alla memoria i visi dei vostri compagni di scuola, gli amici, i genitori, i nonni, il vostro intero mondo.  Non esitate, fermatevi un attimo, chiudete gli occhi ... quanti bei ricordi stanno riaffiorando, sentiteli, viveteli con intensità, quelli siete voi!


E poi c'è il secondo paesaggio: quello con la nebbia, avvolgente, fitta, umida, confortante e magica; solo chi è nato in Pianura ne conosce il fascino e ne coltiva il ricordo. Nelle giornate d'inverno è come una compagna fedele e rassicurante; la nebbia ha il potere di ovattare le forme e rallentare i movimenti, i suoni e le luci si fondono insieme ed il non poter vedere lontano ci impone qualcosa che è indefinibile, ma molto benefico. Com'è bello rientrare a casa la sera e sapere che fuori c'è la nebbia, non abbiamo piu' necessità di uscire, possiamo permetterle di avvolgerci, ci sentiamo riparati e protetti, come in un guscio.

Avevo circa dieci anni ed una sera di novembre stavamo rientrando a casa dopo aver fatto visita ai nonni che abitavano in campagna; la nebbia era fitta fitta, mio padre seguiva la linea di mezzeria per orientarsi e portarci a casa. Eravamo quasi arrivati, si era in pieno centro ma le luci della città non riuscivano a fendere quella coltre grigia e ovattata. Mancavano poche centinaia di metri alla nostra abitazione e dovevamo svoltare a sinistra, ma la nebbia era cosi spessa (permettetemi questa espressione dialettale) che era impossibile capire dove e quando svoltare. Nonostante conoscessimo alla perfezione quel punto della strada era impossibile orientarsi, eravamo circondati da un muro bianco ed invalicabile.
Mio padre dovette scendere dalla macchina per provare ad orientarsi e capire a che altezza della via ci trovassimo,  in pochi istanti spari' alla nostra vista, inghiottito dalla nebbia. Ricomparve dopo un lungo ed interminabile istante, aveva trovato la direzione esatta e poco dopo fummo a casa.

Quando rivivo nella memoria le scene di quei momenti, penso immediatamente che la vita di ogni essere umano somiglia ad uno spazio senza limiti e nello stesso tempo estremamente limitato ... sempre circondato dalla nebbia.  

Ci muoviamo nell'esistenza senza poter avere garanzie, senza conoscere cosa ci sia dietro al muro invisibile delle nostre scelte e delle nostre decisioni. 

Veniamo sovente inghiottiti dalle difficoltà della vita per riemergere poco dopo e ricominciare a sperare, ma anche dopo aver superato dolori e tempeste, l'atto di vivere la vita rimane un'esperienza senza limiti e senza sicurezze.

Anche se ci troviamo in mezzo alla nebbia della nostra confusione o delle nostre emozioni ferite, il segreto dell'esistenza è solo uno: fare esperienza ed attraverso l'esperienza conoscerci sempre meglio e provare a crescere e a migliorarci

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Noi non lo sappiamo, oppure ce ne dimentichiamo sempre: avvolti dai dubbi o dai pensieri troppo frenetici, vediamo solo la nebbia che ci circonda e non riusciamo a pensare che cio' che ci divide dalla Verità è solamente una barriera invisibile. I nostri occhi, ma soprattutto il nostro cuore, non riescono mai ad andare oltre, non riescono a superare quel muro di condizionamenti e di pregiudizi che ci portiamo dietro da tanto anni. La nebbia in verità ce l'abbiamo dentro ed ha la consistenza delle nostre paure, ma com'è difficile capirlo e rendersene conto!

Dietro a quel muro di energia negativa del quale inconsapevolmente ci circondiamo, vi sono i nostri preziosi talenti e le nostre incredibili potenzialità; oltre la nebbia del dubbio e dello scoraggiamento c'è il nucleo perfetto della nostra energia e della nostra passione. L'atto creativo è sempre e solo dentro di noi, ma troppe volte ci sembra che immaginare intensamente l'espressione felice di noi stessi, sia una meta irraggiungile, qualcosa che non meritiamo...

eppure lo spazio e le occasioni davanti a noi, sono infinite.

Noi novaresi, abituati alle brume invernali sappiamo bene che ad un tratto il velo si solleva e l'immensità della nostra Pianura si manifesta ridente ed immutata, rassicurante e familiare. Lo spazio è all'improvviso davanti a noi come un'immensa occasione di crescita e di scoperta, cio' che era nascosto diventa miracolosomente vero e presente, abbiamo di fronte a noi una nuova e rinnovata occasione di vivere, di conoscere e di apprezzare la Vita.


La Vita aspetta proprio noi, ci attende con pazienza 
e sa regalarci dopo le incertezze e i limiti delle nostre  paure e dei nostri pregiudizi, 
la limpidezza di un cielo terso 
e la una visione rassicurante e potente ... 
di qualcosa di saldo, di maestoso e di forte
... tinteggiato di rosa.


Un saluto affettuoso ad ogni novarese che sia rimasto nella propria terra
o sia partito da qualche parte  nel mondo.

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