venerdì 28 febbraio 2014

La storia della pecorella


 

Questa è la storia di una pecorella che viveva insieme ai propri genitori,
fra le colline verdeggianti e sconfinate di un bellissimo paese.


I suoi antenati abitavano quelle ampie distese da infinite generazioni, sapevano che l'erba era tenera e sempre a disposizione ed avevano tramandato ai loro discendenti la piacevole sensazione di una vita monotona, ma sufficientemente tranquilla, al riparo dalle grandi gioie come dalle grandi pene.

Certo, anche in quella bella terra i pericoli non mancavano, sovente il vento del nord, giungeva gelido ed impetuoso, sconvolgendo la vita del gregge. Quando soffiava improvviso, la notte, disperdeva le pecore piu' giovani, distruggeva l'ovile e terrorizzava l'intero gregge.


Ma il maltempo non era nulla al confronto del nemico di sempre, il piu' temuto di tutti predatori, il lupo.

Tutte le pecore sapevano che lui arrivava di soppiatto, proprio quando tutto sembrava calmo e tranquillo. Lo sentivano arrivare da lontano poiché improvvisamente  provavano una strana inquietudine, un tremore profondo, come un senso di morte.

Purtroppo, nonostante questi segnali di paura indicassero qualcosa di importante, le pecore non avevano mai voluto cercare di capire il senso di quella profezia e preferivano convivere, durante tutta la vita, con la paura di dover morire.

Ogni tanto, quando il dramma accadeva, provavano dolore e sgomento, ma poi cercavano in fretta di dimenticare tutto e tornavano impassibili, a brucare la loro erba. Quando il lupo arrivava si riunivano strette strette, belavano piu' forte, gridavano e piangevano, si sentivano inermi e spaventate, ma non potevano fare altro.

"In fondo" - ripetevano a se stesse - "Cosa possiamo capire, noi siamo solo delle povere pecore, dobbiamo rassegnarci poiché questa è la vita".

Queste erano le condizioni di vita del gregge,  gli anni trascorrevano lenti e sempre uguali in una languida e molto rassicurante monotonia.

Ogni giorno le pecore ripetevano gli stessi gesti ed avevano sempre gli stessi pensieri, ma cio' non era un problema e loro non avrebbero cambiato queste piccole comodità con tutto l'oro del mondo.

E se per caso a qualcuno veniva un dubbio od un desiderio piu' forte di libertà, vi era subito qualche vecchia pecora pronta a ricordare quanto gli antenati avevano da sempre raccomandato:

"Ricorda, figliolo, nella tua vita giungeranno delle occasioni in cui potrai fare qualcosa per migliorare la tua esistenza, ma tu sei per natura impotente e le tue risorse sono limitate. Non prendere rischi eccessivi e non fare troppi sforzi, accontentati dell'erba che hai a disposizione e non darti pena. Da tempo immemorabile, noi vecchi sappiamo che sono meglio cento giorni da pecora,  piuttosto che un giorno da leone".


Ed infatti nessuno aveva mai fatto obiezioni, qualche giovane spavaldo veniva subito rimesso nei ranghi e tutto continuava immutato da secoli eterni.


Dobbiamo ora dire, che in mezzo al gregge di pecorelle bianche vi era una pecora nera; il colore del suo mantello era completamente scuro, non aveva lo stesso vestito delle sue compagne e proprio per questo motivo, fin da piccola, si era sentita infelice, rifiutata, profondamente diversa.

Quante volte, piangendo dietro a qualche cespuglio, aveva ripetuto a se stessa:
"Certo è proprio difficile essere una pecora nera"!





E' vero che anche lei brucava l'erba dei campi esattamente come le sue sorelle e come loro amava rosicchiare le margherite tenere e profumate, Nelle calde giornate di sole, poi, non disdegnava l'ombra del grande albero e cercava di stringersi alle altre pecore, vicina a loro, insieme, sotto le fronde generose della vecchia quercia.


Ma anche se si sforzava ad essere come le altre, c'era come un muro invalicabile che le separava ogni giorno di piu'.

Naturalmente all'inizio, la pecorella soffri' molto di questa situazione e cerco' in tutti i modi di trovare delle compagne che, come lei, fossero curiose e volessero conoscere i segreti della Vita. Ma quando provava a fare certi discorsi e desiderava confrontasi con le pecore che aveva piu' vicino, queste le giravano velocemente le spalle e se ne andavano belando stizzite. Incomincio' cosi a pensare che la diversità puo' fare paura.


Passarono gli anni e la pecorella crescendo, imparo' poco a poco che la sua diversità non era stata certamente casuale e che poteva diventare la sua forza e la sua bellezza.


Con il passare del tempo capi' che doveva curarsi sempre meno del giudizio degli altri e, visto che era cosi difficile trovare qualcuno che condividesse i suoi pensieri, incomincio' ad apprezzare i calmi momenti di solitudine durante i quali poteva riflettere indisturbata, lontano dal belare incessante e noioso delle sue compagne.


Le piaceva molto sentire il vento soffiare fra gli alberi, si fermava per lunghi momenti a guardare le nuvole mentre attraversavano il cielo. Ma cio' che piu' l'entusiasmava erano i temporali d'agosto con i loro scrosci improvvisi ed i tuoni che squarciavano l'aria. In quei momenti si sentiva libera, piu' felice che mai.

 

Un giorno d'estate, si allontano' dal gregge per bere al torrente, conosceva la strada e si muoveva sicura. L'acqua era fresca e la radura che l'accolse era invitante, un luogo di magica pace. Senza volerlo e senza rendersene conto, un po' brucando ed un po' cantando, fece pero' molta strada e quando finalmente alzo' la testa, si trovo' in un posto sconosciuto.


Di fronte a lei vi erano alcune casette allineate e dal loro interno giungevano dei rumori che le sembrarono familiari. Decise di vincere ogni timore e si avvicino' alla costruzione e piu' si avvicinava e piu' le sembrava di udire un linguaggio non troppo diverso dal suo.


Non vi dico la sorpresa quando, giunta infine davanti alla porta, vide davanti a sé una capra con il suo capretto.

Erano vicini vicini, si stavano scaldando al sole e la guardarono con aria intrigata ed intelligente. 
"Dove stai andando, bella pecorella"? - le chiesero.

Lei non rispose subito, quel "bella pecorella" le giunse strano. Stavano forse prendendola in giro? Era talmente abituata alle critiche e le avevano sempre insegnato ad essere diffidente che, a costo di sembrare maleducata, preferi' tacere.

Dovette ammettere con se stessa pero', che quelle due tenere creature le ispiravano simpatia e non incutevano certo timore.

Improvvisamente senti' altri strani rumori, sposto' di scatto il proprio muso ed alzando lo sguardo, vide altre capre che prendevano il sole adagiate su alcuni massi un poco lontani. Anche questa visione non la spavento' piu' di tanto, al contrario, questo mondo popolato da animali diversi dalle solite pecore, la entusiasmo' e le diede coraggio.



Li osservo' bene bene e si accorse che, nonostante fossero quasi parenti, vi era nel loro comportamento qualcosa di diverso e di strano. Pecore e capre appartenevano alla stessa comunità animale, eppure c'era qualcosa di particolare, una differenza palpabile.
Di che cosa poteva trattarsi?
Decise di uscire dalla sua timidezza e rivolse la parola alla capretta piu' grande:
"Stavo pascolando come al solito e non mi sono accorta di essermi allontanata dal gregge, ma a dire il vero io con il gregge non riesco mai ad essere felice, mi sento soffocare, è come se non accettasi né condividessi le loro regole. La mamma mi ha sempre detto di essere umile e modesta, che mi devo adattare a cio' che il gruppo decide, ma io non riesco ad impedirmi di pensare con la mia testa e a furia di disubbidire sono diventata una pecora nera, di nome e di fatto.
 

Vedo ad esempio che voi capre, non siete strette strette, sempre vicine, ma ciascuna si dedica a qualche attività favorita con calma e indipendenza. In verita' sono colpita soprattutto da una cosa, voi capre alzate lo sguardo, mentre le pecore hanno quasi sempre la testa bassa e rivolta verso la terra.
A quel punto la capretta prese la parola e disse:

Capisco perfettamente cosa vuoi dire e conosco la sofferenza che si prova ad essere costretti a seguire il pensiero di altri e ad adattarsi alle direttive di un gruppo. E' come se ci venisse tolta la possibilità di essere autonomi e venisse inibita la capacità di capire e vedere le cose con i propri occhi. Quanto piu' dipendiamo dal mondo esterno, tanto piu' i nostri occhi interiori si chiudono, un velo di nebbia  cala su di loro. Non possiamo vedere niente".

"Ho riflettuto per molto tempo su questo argomento e sono giunta alla conclusione che, fin tanto che le creature non diventeranno capaci di seguire la loro luce interiore, è inevitabile che qualcuno pensi al loro posto".

"Ma torniamo a te, vedo che sei giunta fin qui e sento che nel tuo cuore vi è un forte e sincero desiderio di capire, ti suggerisco allora di andare a fare visita al Grande Gufo che abita al terzo albero della foresta, proprio dopo il ponte di legno. Lui è lo spirito saggio di questi luoghi, ha visto passare tante cose e conosce molte risposte; non esitare, va a trovarlo, sono sicura che potrà comunicarti qualche segreto".


La pecorella fu subito entusiasta all'idea di incontrare qualcuno che era conosciuto e stimato per la sua saggezza e non perse tempo, si congedo' con garbo dalla capretta gentile e si avvio' per la strada del ponte.


Era  talmente contenta della piega che stavano prendendo gli avvenimenti che non si accorse del tempo che passava; aveva probabilmente percorso molta strada quando improvvisamente si guardo' attorno e scopri di essere penetrata nel bosco piu' fitto. Probabilmente erano trascorse diverse ore, ma del gufo non c'era traccia ed era nel frattempo, calata la notte.


A questo punto, com'era inevitabile, la nostra pecorella comincio' ad avere paura. Senti' le sue gambe tremare, il respiro si fece corto ed il cuore si mise a battere forte.

"Dove sono"?  "Dove mi trovo"? "Che ne sarà di me"?

Le sembro' di morire, aveva perso la speranza e si sentiva in balia di un mondo sconosciuto ed ostile, ma proprio quando si sentiva venire meno e stava per svenire, una voce che veniva dal suo cuore si fece sentire:
 "Che strana e terribile emozione, la paura. Quando ci troviamo di fronte a qualcosa che non conosciamo, la nostra mente subito immagina solo cose brutte e sgradevoli ed improvvisamente, contro ogni buon senso, ci convinciamo che stia per accadere il peggio".
La nostra pecorella non sapeva se essere piu' spaventata dal buio della foresta o dalla voce che sentiva giungere dal suo interno, ma si tratto' solo di un rapido istante, immediatamente capi che qualla voce era saggia e le stava suggerendo pensieri nuovi e diversi dal solito. Decise allora di fermarsi un attimo, di respirare intensamente e di dedicare tutta la sua attenzione a quella voce che parlava.


"Ascoltami bene e non avere paura, io sono la voce della tua conoscenza e della tua saggezza. Ignori talmente la mia esistenza che ti stupisci di qualcosa che invece, è molto normale. Nessuno ti ha detto che esiste un discernimento, una forza interiore che puo' guidarti ed ispirarti ed allora tu non credi sia possibile che il tuo cuore possa parlare. Ma io so che sei una pecorella coraggiosa e che desideri veramente conoscere, ho capito che era giunto il momento e che tu sei finalmente in grado di sentirmi ed ecco che ora ti parlo.


Sappi che le cose da conoscere sono molte e che dovrai essere molto perseverante e paziente. Tu, come le altre creature siete troppo abituati a credere solo a quello che vedete e cosi perdete un mucchio di segnali e di messaggi che provengono dal mondo invisibile. Ascolti ancora troppo le voci esterne, mentre ti devi abituare alla tua voce interna. Ma non temere, è solo questione di abitudine e sono sicura che il  Vecchio Gufo potrà aiutarti ed indicarti la via.
 
 
A me preme soprattutto farti sapere che sei sulla strada giusta e che, contrariamente a quello che temi, non ti sei persa. Solo devi ricordare che la via che ci permette di conoscere il senso delle cose, è lunga e tortuosa e domanda molti sacrifici e molto tempo.
Tu in ogni caso hai già una grande e bella qualità: non ti lasci scoraggiare e sei perseverante e questo ti permetterà di andare lontano".

"Non esitare mai e soprattutto non avere paura della tua diversità, né della solitudine. La strada che stai percorrendo non prevede la compagnia di tante persone ed è nel silenzio e dal buio della tua notte, che tu devi partire.

Come vedi le condizioni indispensabili sono rispettate, tu ora sei sola e consapevole di esserlo e ti trovi in questo spazio sconosciuto, fatto di paure e di ombre, di fronte alle quali non puoi fuggire poiché il gregge è molto lontano".
  "Credi a me, abbi fiducia nella tua voce interiore; adesso trova un luogo riparato, magari alla base del tronco di un albero e cerca di trascorrere una notte tranquilla. Domattina al tuo risveglio, una nuova luce rischiarerà il tuo cammino e ricorda, ogni cosa che viene fatta con consapevolezza, anche se non te ne accorgi subito, porta novità, creazioni inaspettate, nuova forza  e nuova struttura.
Questo tuo presente è il frutto del tuo passato e da questo presente nascerà il tuo futuro".
La pecorella riprese fiato, cerco' di guardare nel buio, ma non vide nessuno. La voce proveniva proprio dal centro del suo cuore, ne era sicura ed allora decise di seguirla e di abbandonarsi fuduciosa a questo tesoro che aveva scoperto di avere dentro di sé.


Si guardo' bene attorno e si accorse che poco lontano vi era come una grotta, un angolo naturale ed accogliente coperto da soffici foglie e capi' che quello era il luogo ideale per trascorrere la notte. Il silenzio era assoluto, solo ogni tanto qualche lieve fruscio le faceva capire che attorno a lei c'era la vita. Qualche animale sconosciuto aveva sentito la sua presenza ed era venuto discretamente in perlustrazione; ma questi rumori, che un tempo l'avrebbero spaventata, per la prima volta le suscitarono calore, familiarità e compagnia. 
"Non ho proprio motivo di avere paura, è stata una giornata eccezionale e faticosa, ora devo riposarmi e riprendere le forze; domani andro' dal Gufo e voglio essere in forma. Senz'altro qualcuno si starà preoccupando per la mia assenza, ma non posso farci niente, la voce del mio cuore è piu' forte di tutto ed  è qui, ora, dove voglio essere".
 E con questi pensieri ed intensi progetti si addormento' felice.

 

1 commento:

Anonimo ha detto...


Bellissimo post ! Riesci attraverso queste stupende storielle a toccare i nostri cuori, coinvolgendo sia il nostro mondo fanciullesco che il nostro desiderio inconsapevole di evolverci spiritualmente dando un senso più profondo alle nostre vite. Complimenti veramente e attendo con ansia il messaggio del gufo. Grazie