venerdì 5 giugno 2020

Un nuovo studente arriva alla Scuola del Gufo




In questi giorni di tarda primavera, alla Scuola del Gufo c'è un insolito fermento; le giornate, normalmente scandite dallo studio e dal silenzio, da qualche giorno risuonano di insoliti rumori e da una straordinaria animazione.

Ciascuno è impegnato in un compito nuovo, le aule sono vuote, le finestre spalancate e i quaderni temporaneamente risposti sugli antichi scaffali, nella grande biblioteca.

Uomini e animali sono impegnati in una allegra ed unica danza; ciascuno svolge il compito assegnatogli con entusiasmo e passione; qui non esistono sforzi, fatiche o pigrizia ed ognuno è profondamente consapevole che il proprio contributo serve al benessere e alla felicità di tutti.




l giardino poi, è un apoteosi di colori; le rose, impegnate ad esprimere il loro splendore annuale, si intrecciano con i primi gigli e con le viole non ancora appassite.

Fra i rami della grande quercia i passeri, le cinciallegre e gli usignoli, rivaleggiano festosi con le loro canzoni ed in una simile armonia ciascuno è convinto di vivere in Paradiso, anziché sulla Terra.




Per chi ancora non lo sapesse, la Scuola e il suo grande parco, sono immersi in un'energia speciale.
E' una brezza leggera,  come un fermento di vita, un'onda continua di benessere e di gioia.

Chiunque vi giunga dopo aver vissuto nel vecchio mondo, ne rimane stupito ed all'inizio ne é frastornato.
L'aria è talmente limpida e pura, che il corpo fatica ad assestarsi sulla sua vibrazione; è come quando si esce da una lunga e buia galleria e si rimane accecati dalla luce del sole.

Il Gufo dice che è una questione di purezza, di purezza energetica.

Queste sono le sue parole:

Qui l'energia è continuamente trasformata dal reciproco impegno, dalla volontà condivisa da tutti a voler migliorare e a scegliere il Bene.

Le nostre intenzioni di Elevazione e di Coscienza, hanno delle ripercussioni benefiche sul mondo circostante, rendendolo sano e con una vibrazione piu' consona alla nostra salute ed al nostro progresso.

Là fuori, invece, nel mondo che tutti conoscono, l'energia è pesante, confusa e spossante. E' come una nebbia fitta, intessuta di emozioni dolorose, composta da uno spessore strano che sembra potersi tagliare.


a foggy sunday morning... — Outside the Line


Al di là del cancello, le emissioni inconsapevoli degli uomini, le loro rabbie e paure, i ricordi, le invidie e le chiacchiere inutili, danno vita ad un'amalgama pesante e dura, un liquame strano che rallenta ogni cosa. Nessuno se ne accorge, nessuno ne comprende l'origine, ne è immerso, lo sente su di sé come un abito pesante e stretto, ma non sa come toglierlo.

Qui da noi invece, tutto è diverso e la beatitudine di questo luogo, che puo' sembrarvi  un dono divino, in realtà è creata da voi stessi, dal lavoro spirituale che avete scelto e dagli sforzi che ogni giorno accettate di fare. 

Ognuno porta la propria pietra alla costruzione dello stesso e grande edificio.


Del resto lo avete sperimentato su voi stessi: una volta superati gli ostacoli e le paure con cui la vostra mente aveva cercato di frenarvi, avete scoperto di trovarvi talmente bene,  che nessuno ha piu' pensato di tornare indietro, di tornare a vivere nel suo vecchio mondo.



Ogni nuovo arrivo,  poi,  è un avvenimento raro e prezioso, un' ottima occasione per fare festa insieme. 

Chi giunge fra di noi deve sapersi atteso ed accolto, deve sentirsi apprezzato e subito amato.


Naturalmente il Gufo sapeva con diversi giorni d'anticipo quando un nuovo studente stesse per arrivare.  Solitamente erano animali, piu' raramente degli uomini.

La Scuola era come una calamita potente e quando qualcuno del mondo esterno era pronto, veniva automaticamente attirato in quel luogo misterioso. 

Per un incredibile congegno, la strada che agli occhi della gente comune rimaneva invisibile, diventava per altri, chiara e sicura e così una nuova creatura suonava il campanello e varcava la soglia.


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In quei giorni di attesa, nei corridoi e nelle aule, aleggiava una dolce frenesia; c'era chi si affaccendava in cucina, alcuni tagliavano il prato, mentre altri accordavano voci e strumenti in onore di quel nuovo incontro.


Il Gufo affermava che il primo momento era molto importante.

Era esattamente come quando si nasce o si muore e si entra, per la prima volta, in una dimensione nuova e sconosciuta.

Il nostro primo passo - che si tratti del primo respiro o dell'ultimo - è un momento solenne che va degnamente festeggiato; è come quando andiamo a trovare qualcuno ed egli ci accoglie con calore ed affetto, anziché con timore od esitazione.

Il nostro benessere, all'interno della sua casa, molto dipenderà da quel primo istante, dallo sguardo che si è posato su di noi; dalla confusione e dal rumore o dal garbo e dalla dolcezza che ci verranno incontro.

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Naturalmente, il Gufo, nella sua profonda e generosa saggezza, non lasciava mai un insegnamento in sospeso ed allora aveva ben spiegato quanto i primi istanti della nascita e della morte, siano fondamentali. Ed infatti riprese subito il discorso:

Oggi, la nascita e la morte, sono stati privati del loro piu' intimo e profondo significato. Si viene a questo mondo e lo si lascia, in luoghi anonimi e privi di calore; in luoghi sovente pieni di dolore in cui troppe energie si sono mescolate e confuse.

La nascita, cosi intima e naturale, è stata ammantata di timori e di pericoli e la morte, talmente sacra e misteriosa, è diventata qualcosa da temere e da combattere.

Questi errori di pensiero, hanno conseguenze gravissime su quella che sarà la permanenza in quello specifico mondo e sovente comprometteranno, tutta l'esistenza.

Nascere, morire, svegliarsi ogni mattina od entrare ufficialmente in questa Scuola sono la stessa cosa: sono trasformazioni energetiche, sono il passaggio sacro e perfetto da una dimensione ad un'altra, come l'oltrepassare un confine, attraversare un velo e cambiare scenario, pur rimanendo sempre  nello stesso Universo.




Quanti insegnamenti preziosi riusciva a comunicare il Gufo.
Ogni cosa lo ispirava ed ogni circostanza era buona per suggerire nuove riflessioni.

Ogni volta che parlava era come se ti avvolgesse con un'intensissima energia d'amore; come se ti accarezzasse con un battito d'ala, con la dolcezza del suo sguardo e con il magnetismo della sua presenza. Era veramente una creatura misteriosa, forse divina.

Qualsiasi cosa tu stessi facendo, ti interrompevi all'istante e diventavi incapace di fare altro, di distrarti o di perderti; la voce del Gufo era talmente calda e vibrante che penetrava il tuo essere e ne eri trasformato.

Ecco spiegato il motivo per cui nessuno rimaneva indietro, nessuno era un peso per gli altri; tutti capivano, tutti lavoravano e tutti condividevano la gioia.


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Intento a spostare una vecchia finestra, nonostante lo sforzo di sollevarla con cura ed attenzione, il Coniglio Serafino non riusciva a distogliere l'attenzione da quanto aveva appena udito. Aveva ascoltato ogni parola e ne aveva percepito il benefico effetto, tuttavia alcune domande dimoravano ancora senza risposta.

Improvvisamente una serie di intensi ricordi affollo' la sua mente.

Vide i suoi genitori rinchiusi in quella vecchia gabbia in campagna, intenti a mangiare erba, a raccontarsi qualche fatto di cronaca o a starsene vicini sfregando il loro piccoli musi. Vivevano in una  grande fattoria, avevano a disposizione una celletta con morbida paglia e il cibo non mancava, eppure fra quei conigli regnava la paura, un'ansia quotidiana fatta di dubbi e di timore.

A nutrire la loro ansia contribuiva sempre il solito ed inspiegabile fatto: improvvisamente arrivava il fattore e uno di loro, di solito fra i piu' grassocci, spariva per sempre.

Purtroppo nessuno tornava a raccontare così gli fosse successo, per cui tutti vivevano portando costantemente nel cuore la preoccupazione che, da un momento all'altro, sarebbe accaduto l'irreparabile.

Forse, come aveva appena detto il Gufo, i conigli cambiavano scenario o forse passavano dalla vita alla morte con l'aiuto del contadino; certamente pero' e a qualsiasi categoria di animale tu appartenessi, nascita e morte rappresentavano da sempre uno dei piu' grandi enigmi.






Mentre Serafino, fra un pensiero e l'altro, finiva di trasportare la vecchia finestra arrivo', dall'alto del cielo, un festoso cinguettare.

Arrivaaaa, arriva qualcuno. Riunitevi tutti, fate presto, è quasi al cancello!

La gazza, pettegola e curiosa, era uscita dal parco per inoltrarsi nell'unica strada che portava alla Scuola. 
Naturalmente non era la sola ad essere uscita, numerosi passerotti e il piccolo falco l'avevano seguita. Tutti volevano vedere il nuovo arrivato, ognuno voleva essere il primo a scorgerlo, tutti erano curiosi di scoprirne le sembianze, l'espressione e l'andatura.

Poi avrebbero fatto a gara per tornare veloci nel parco ed avvisare gli altri; orgogliosi di averlo già visto, onorati da quella scoperta.





Fra coloro che si erano inoltrati fuori dal parco, regnavano la sorpresa e la curiosità.

Nessuno credeva ai propri occhi, il nuovo arrivato era un misto di eleganza e di spontanea goffaggine, camminava lentamente con un'aria assorta e pensierosa. Ogni tanto alzava la testa per annusare l'aria,  faceva finta di guardare le piante perché sapeva di essere osservato; ciononostante non si fece premura né fu imbarazzato, voleva semplicemente godersi quegli istanti preziosi prima di compiere il grande passo.

Sembrava conoscere l'importanza di quel luogo e voleva assaporare ogni secondo, come se sapesse che stava nascendo e nello stesso tempo morendo a qualcosa. 
Qualcosa di vecchio e che si lasciava alle spalle; una vita che non voleva piu'.

I suoi passi rimbombavano sui sassi del viottolo e si udiva anche un piacevole mormorio, come se stesse cantando.

Che bel tipo! - penso' la gazza.
Il nuovo arrivato mi piace! - rimbecco' il falchetto. 

Intanto la martora, che quel giorno era di turno al cancello, usci dalla guardiola ed ebbe un attimo di esitazione. 
Chi era il tipo dalla aria simpatica che stava arrivando? Chi era il nuovo e bizzarro ospite?

Si sporse un pochino, si sollevo' sulla punta dei piedi ed allungo' il muso per scrutarlo meglio.

E allora vide un cappello di paglia, tanti fiori ne abbellivano la tesa e una corona colorata faceva da cornice ad un lungo muso grigio. 

Era qualcuno simpatico, dagli occhi tranquilli e pieni dolcezza.

Attorno a lui una nuvola di petali, due rosse bisacce erano piene di fiori profumati ed erano così abbondanti e vaporosi che gli ornavano interamente il mantello.

- Posso entrare? - chiese gentilmente. 
- Arrivo da molto lontano,  ma sono talmente felice che non sono nemmeno stanco.

- Devo suonare il campanello? Volete un documento?

- Un documento? Che stranissima idea!

- Il documento a noi non serve, molte sono le dogane invisibili che hai dovuto superare per arrivare fino a noi.   Sappiamo benissimo chi sei e ti stavamo aspettando.

- Ora puoi stare tranquillo, il piu' è fatto. Accomodati, entra pure!


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Il nuovo ospite era arrivato, 
si doveva far festa 
ed i fiori che gli ornavano il muso, 
erano un presagio di felicità.


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