Come per il post precedente ho deciso di accompagnare la lettura con una musica di sottofondo,
come se in tal modo i pensieri scivolassero via piu' leggeri.
Tanto piu' che dopo l'ultimo post la mia mente ha chiesto qualche giorno di pausa e di riposo.
Fino a quel momento avevo scritto con desiderio e con passione, mentre ad un tratto ecco sopraggiungere uno spazio di silenzio e di ritiro interiore. La mia mente, fino ad un istante prima affollata di pensieri, progetti ed idee si ferma, chiede tempo e desidera una sosta.
Fino a quel momento avevo scritto con desiderio e con passione, mentre ad un tratto ecco sopraggiungere uno spazio di silenzio e di ritiro interiore. La mia mente, fino ad un istante prima affollata di pensieri, progetti ed idee si ferma, chiede tempo e desidera una sosta.
Mentre osservo da vicino quanto mi sta accadendo e guardo con amorevolezza le mie emozioni, una voce interiore mi dice che è giusto cosi', che non devo preoccuparmi poiché la Vita si manifesta sempre nella dualità dell'azione e della sua immediata reazione.
Il ritmo dell'esistenza è alterno ed ama la rassicurante e benefica cadenza del movimento, seguito poi dalla necessaria pausa. Vivo della tensione che continuamente provo fra cio' che mi piace e cio' che non mi piace, fra cio' che mi pare chiaro ed evidente e che subito si trasforma in dubbio ed esitazione.
Mentre parlo a me stessa, osservo come i pensieri si muovano rapidi fra opposte considerazioni ed intuisco che in questa dualità vi è il segreto della pace.
Se gli opposti creano inquietudine, se sono tormentata dalla tensione che si genera fra cio' che mi dà gioia e cio' che mi procura dolore, se mi muovo scomposta fra sentimenti che facilmente si contraddicono, vi deve essere un punto neutro, un terzo elemento, il centro di gravità interiore che mi permette di capire, di entrare in quel momento, di percepire l'istante che vibra e di accettare quello che è, cosi' com'è.
Vedi, mi ripeto, la montagna non puo' esistere senza la vallata e per lo stesso motivo il giorno domanda sempre il riposo della notte e per entrambi il punto di verità si trova al centro.
Osservo con delicatezza le mie emozioni, ho l'impressione di sorvolare con lo sguardo la mia Vita e vedo con immediatezza, ma senza giudizio, tutti quei momenti in cui la chiarezza lascia il posto al dubbio ed il coraggio rapido svanisce, per venir sostituito dalla passività e dall'inerzia.
Osservo come l'entusiasmo della vetta mi inebria, ma quando scendo nella valle, l'ombra della sera giunge rapida e mi confonde.
Le mie emozioni seguono, ritmiche, il moto del pendolo; tocco gli opposti, mi muovo fra l'entusiasmo ed il timore, fra il desiderio di parlare e quello di tacere, fra la volontà di essere nel mondo e la necessità di ritirarmi.
Mi muovo vulnerabile ed esitante appoggiando i miei piedi sui sassi che emergono dall'acqua, temo di scivolare e poi mi dico: "Ed anche se fosse? Perchè l'errore o il fallimento dovrebbero rattristarti? Dov'è il tuo amore per l'esperienza e per l'essenza semplice che dimora in essa, appena nascosta?"
Com'è facile entrare in crisi se la Vita non continua rassicurante e lenta in quel solco che conosco e che mi è familiare e nello stesso tempo anelo, con un'intensa volontà di vivere, al rinnovamento e alla continua trasformazione.
Mi lascio allora coinvolgere e trasfomare dal piacere della scoperta, trovo ispirazione in un colore, un'immagine, una rivelazione imprevista ed inattesa e una volta di piu' dall'esitazione e dal silenzio, nasce immprovvisamente qualcosa.
Entrare nell'intensità creativa dell'attimo presente toglie ogni paura e mette in moto le mie piu' profonde energie.
In quell'attimo di consapevolezza c'è Tutto.
La Vita che ho di fronte, nello spazio infinto delle sue opportunità, dei suoi diversi riflessi e colori, mi permette di andare oltre i limiti che la mia mente ha per lunghi anni costruito.
Ed in un istante tutto diventa chiaro, tutto è vibrante di energia e nello stesso tempo è immensamente calmo.
L'abbraccio della Vita è arrivato anche questa volta, accogliente e sicuro, come sempre.
Il movimento del pendolo che danza incessante fra due opposti è il movimento interiore che mi scopro dentro ed all'improvviso comprendo l'origine antica della infelicità umana. Capisco che l'inquietudine interiore che tiene prigioniero il cuore degli uomini, nasce dal dibattito sterile e distruttivo fra cio' che vorremmo e cio' che abbiamo di fronte.
Dice il saggio: "Sono le tue aspettative che ti rendono infelice,
null'altro è causa del tuo dolore".
Che grave inganno genera la mente, essa ci ha sempre fatto credere che affinché si possa essere felici le cose debbano essere uguali a quel copione fantasioso ed irreale che da sempre abbiamo nella testa.
Quante volte diciamo:
SE avessi quella cosa ... allora sarei felice,
SE quella persona fosse diversa allora mi sentirei amata,
non manco di nulla, MA SE ...
Quanti "se" e quanti "ma" tolgono forza e limpidezza alle mie gioie, come sono fragili i miei desideri se devono sottostare a condizioni il cui unico scopo è rassicurarmi dalle mie paure.
Dov'è la mia Libertà se vivo legata alle catene del mio infantile bisogno di gratificazione e di rassicurazione?
Quante volte diciamo:
SE avessi quella cosa ... allora sarei felice,
SE quella persona fosse diversa allora mi sentirei amata,
non manco di nulla, MA SE ...
Quanti "se" e quanti "ma" tolgono forza e limpidezza alle mie gioie, come sono fragili i miei desideri se devono sottostare a condizioni il cui unico scopo è rassicurarmi dalle mie paure.
Dov'è la mia Libertà se vivo legata alle catene del mio infantile bisogno di gratificazione e di rassicurazione?
L'Infelicità nasce dall'attrito fra cio' che è e cio' che il mio ego vorrebbe.
Mi ostino ad incolpare il mondo per il dolore che provo,
ma il mondo non c'entra niente,
poiché il mondo è solo il mio specchio.
Uscire dal solco è difficile, ci vuole molto coraggio, il coraggio e la determinazione di credere in se stessi, di voler costruire la propria interiorità senza ombra e senza timore; il coraggio di essere soli senza averne paura.
Mi muovo ed imparo, passo dopo passo, a vedere i pendolo che oscilla e a non temere piu' il momento in cui esso ritorna.
Guardo il mondo, le cose e le persone con una passione interiore che non ho mai conosciuto e nello stesso tempo imparo a lasciare che tutto sia, proprio cosi' come la Vita ha disposto che sia, come dev'essere.
La libertà che cerco non è dalle cose esteriori, ma unicamente dalla mie paure e dai miei condizionamenti, da quei macigni che trascino da sempre e che fanno talmente parte di me a tal punto che non li riconosco piu'.
Un giorno di tanti anni fa comperai un Acchiappasogni (Dream Catcher), raccontai ai miei figli che grazie a questo magico oggetto i sogni brutti sarebbero scesi verso il basso, si sarebbero posati sulle piume ed il vento, facendole muovere, avrebbe disperso lontano e fatto evaporare ogni brutto pensiero ed ogni sensazione difficile.
I sogni belli invece, cosi' come ogni intenso desiderio, sarebbero andati diritti e sicuri al centro dell'acchiapasogni, si sarebbero ancorati bene alle perline e con il tempo, grazie alla forza del nostro desiderio, si sarebbero avverati.
Oggi so che i sogni si avverano, che il pendolo si muove e ritorna infinite volte e che ogni suo movimento porta insegnamento e trasformazione. Gli opposti convivono in me ed anziché ignorarne l'esistenza o temerne il potere mi osservo, guardo con tenerezza le mie contraddizioni, le scorgo e le conosco, esse sono un invito ad un viaggio al centro di me.
Ed allora vedo che tutto è perfettamente al suo posto, che nulla è sbagliato o disarmonico, ma tutto si trova in un punto sacro e sincronico e non potrebbe essere altrove.
Il mio mondo esteriore riflette il mio mondo interiore ed io mi trovo al centro ed è da quel centro che parto, che osservo e che creo.
Ed allora posso in questo istante dire, con gioia e con fermezza:
Sono a disposizione della Vita, andiamo.
1 commento:
Attraverso questo post,
credo tu sia riuscita perfettamente, con dolce e delicata maestria e veramente, a unire gli opposti. Complimenti e grazie ancora per tutto quello che ci offri.
Armando
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