Mi devo sbrigare, sono un po' in ritardo, ieri era il 21 giugno, la data da tutti conosciuta come il Solstizio d'estate, il momento in cui il Sole è nel punto piu' alto, ma non è questo l'appuntamento a cui non voglio mancare, il momento di cui voglio parlarvi è per domani sera.
Mentre vi scrivo ho negli occhi e nel cuore i ricordi della notte di San Giovanni vissuta in un bosco incantato trent'anni fa, fra le colline della Valchiusella.
L'aria tiepida, sapeva intensamente di erba tagliata e di fieno lasciato ad essicare, era un effluvio caldo, vibrante ed intenso. Lo spazio sembrava immenso e nello stesso tempo allungando la mano, ti sembrava di poter toccare il mondo intero.
Rimanendo in silenzio si potevamo udire i rumori del bosco, ogni fruscio notturno era come amplificato e nel contempo soffuso e proprio per questo diventava ancor piu' evocativo e stimolante.
Sentivi un rumore, lo cercavi, provavi a riconoscerlo quasi per rassicurarti e per capire da dove venisse e poi lo abbandonavi felice poiché avevi capito che ogni brusio, ogni fruscio, era Vita.
Da lontano si sentivano le voci di altri che come noi vivevano la notte di San Giovanni all'aperto, erano là per saltare il Fuoco purificatore del Solstizio, cogliere l'Iperico e l'Artemisia, lasciarsi bagnare dalla rugiada e sperare di veder fiorire le felci.
Nella notte intensa e profumata le voci si chiamavano, si perdevano e si legavano le une alle altre.
In quel tempo esistevano ancora le lucciole, lampadine ad intermittenza piene di poesia, creature minuscole quanto misteriose, capaci di rendere viva e fatata l'oscurità della notte.
Nel frattempo si era rotto un ramo e la civetta e l'allocco avevano cantato, la magia della natura non aveva bisogno di rituali speciali per esprimersi, essa era un intensissimo ritmo di vita e di verità.
Noi ci muovevamo lentamente, estasiati, sopraffatti dalla dalla forza vibrante di quel mondo pulsante di vita e nello stesso tempo nascosto e segreto.
Non c'era altro da fare che respirare consapevolmente quell'aria rarefatta e immobile e nello stesso tempo inebriante e viva che ci circondava e ci faceva respirare ad un altro ritmo. Eravamo consapevoli del nostro partecipare ad un momento di vita intensa e palpitante, i nostri sensi erano vigili ed attenti, la natura circostante con la sua profonda energia ci stimolava e nello stesso tempo infondeva pace ed armonia, sentivamo di essere profondamente legati alla Vita.
Avevo una compagna di avventura in quell'istante: mia sorella Anna; partivamo insieme per dirigerci verso le colline del Canavese ad un'ora di macchina da casa nostra e lei che mi legge, quando vedrà la foto della Dyane verde, saprà che anche se viviamo lontane noi siamo sempre, intensamente, vicine.
Naturalmente non dimenticheremo mai quelle spedizioni appassionanti ed interiormente ricche di stimoli e di nuovi obiettivi.
La condivisone di quei momenti ha lasciato dentro di noi, in maniera indelebile, il senso della scoperta coraggiosa e coinvolgente di uno scopo spirituale profondamente comune.
Molti anni dopo mi trovai a saltare il fuoco della
Saint Jean d'Eté nel sud della Francia, era la notte del Solstizio e quel desiderio di purificazione, di rinnovamento e di comprensione del Senso della Vita non solo era rimasto immutato, ma cresceva ogni giorno di piu'.
Potrei raccontarvi tanti aneddoti e magari parlarvi dell'incredibile e meravigliosa forza magnetica che vi era sopra l'altare di questa chiesetta romanica oramai sconsacrata, una forza sapientemente cercata e sfruttata dagli antichi costruttori di chiese e cattedrali affinché il celebrante potesse ricevere la giusta e purificata energia, indispensabile al suo Ministero.
Ma questa volta non voglio parlare di me e siccome mi rendo conto che mi faccio sempre prendere la mano e vi racconto sempre qualcosa della mia storia, interrompo subito perchè è della Notte di San Giovanni che voglio parlarvi.
Le leggende sono numerose ed i rituali si perdono nella notte dei tempi, ma non è questo il senso del mio scrivere. Io voglio semplicemente invitarvi domani sera, ad uscire all'aria aperta sapendo che si tratta di un momento prezioso e sacro per la terra e per noi insieme. Abbiamo completamente perso la sensazione interiore di avere con la Vita un intimo ed intenso legame, viviamo come creature affannate e sbandate che hanno perso il Centro di se stessi e se andiamo nella natura è con l'aria del turista che vuole scoprire affannosamente posti nuovi per aggiungerli come un trofeo ai luoghi che ha visitato. Qualcun'altro si misura con la natura nella sfida di una scalata o di una regata ed altri ancora per fare una scampagnata o solo un po' di ginnastica. Tutti, comunque, ci muoviamo in scenari sovente incantati, ma sempre in maniera inconsapevole, senza essere capaci di entrarvi realmente in contatto, senza nutrirci di cio' che vediamo né di quello che respiriamo.
Guardiamo alla televisione storie di fantascienza e di magia, siamo infantilmente attratti dai poteri soprannaturali degli attori, sottovalutando completamente che in noi esiste veramente una parte Sacra e dunque Magica, che niente ha a che vedere con le assurde banalità che ingurgitiamo passivamente.
Attraverso quei prodotti commerciali esprimiamo senza volerlo il nostro bisogno di sognare e di credere che non siamo fatti solo di carne ed ossa, purtroppo abbiamo scordato quanto di Meraviglioso, Invisibile, Spirituale e Sacro già appartiene e dimora in noi, giace incontaminato e silenzioso nella semplicità del nostro mondo e nell'intensità delle nostre Emozioni e domanda solo di essere risvegliato e rianimato, proprio come fa il Principe nelle favole.
Viviamo un'intera esistenza sentendoci isolati e separati dal mondo, mentre in realtà siamo profondamente ed intimamente uniti gli uni agli altri. L'Armonia e la salute dell'intero Universo dipendono da ciascuno di noi, dalle nostre piccole ma innumerevoli sensazioni, dalla consapevolezza dei nostri pensieri e dall'attenzione che riusciamo a riporre in tutte quelle azioni che contraddistinguono la nostra giornata rendendola infinitamente preziosa.
Uscite allora, domani sera, quando la luce del giorno sta scendendo, ma dimora presente e vellutata ed andate a passeggiare in un posto non troppo lontano da casa, ma sufficientemente isolato e provate ad immergervi nell'atmosfera della natura.
Ricordate che non è la solita passeggiata che fate per fare un po' di movimento, ma sappiate che state andando consapevolmente incontro alla natura, vi state incontrando con la Vita, con il mondo che vi circonda. A quell'ora, i tanti rumori dovrebbero essersi calmati ed avrete l'occasione unica di sentire il respiro della terra che si unisce al vostro e già questo è una benedizione inattesa.
Provate adesso il contrasto, fermatevi un momento e ascoltate i tanti rumori che si stanno accavallando attorno a voi proprio in questo istante, la gente crede di avere sempre tante cose interessanti da dire a tal punto che che le nostre orecchie sono solo piene di rumori, chiasso nelle orecchie, affanno nei pensieri.
Proviamo ad immaginare che esistono la calma e la pace e che la natura è a nostra disposizione.
Siccome la contemplazione non è una qualità che ci appartiene ed i nostri pensieri e desideri col tempo si sono sporcati sempre piu' dell'idea di dover ottenere sempre qualcosa, di fare le cose con uno scopo, di agire nel mondo con un obiettivo, vi suggerisco allora di uscire per fare una cosa ben precisa, altrimenti so bene che non uscirete. Del resto perchè dovreste farlo, solo perchè lo sto scrivendo sul mio Blog? Ecco allora il senso del mio invito, un rituale che io ripeto da tanti anni.
Domani sera, quando verso l'imbrunire deciderete di uscire ed onorare come nei tempi antichi, la Magica Notte di San Giovanni, dirigetevi verso un campo di grano; prendete la macchina se necessario poiché è importante che voi possiate trovare un campo di grano. Quando finalmente lo avrete trovato, usate tutta l'attenzione ed il rispetto necessari sia alla natura che al proprietario del campo e tagliate sette spighe per crearne poi un piccolo mazzetto.
Il grano è rimasto sotto terra, all'oscuro per molti mesi, esso rappreseneta la nostra trasformazione e la nostra rinascita, il nostro passaggio dal buio alla luce.
Ogni spiga contiene molti chicchi ed è dunque simbolo di abbondanza e di realizzazione, di prosperità e di ricchezza.
Il grano dà il pane che è nutrimento, il nutrimento è salute e sicurezza, ma il grano è anche semplicità, verità e fecondità.
Mentre darete forma al vostro mazzetto immergetevi profondamente nella simbologia del grano e del gesto che state compiendo e con un pensiero autentico e puro pensate alla prosperità che desiderate che entri nella vostra vita. Non limitatevi scioccamente ad immaginare solo la prosperità materiale, sforzatevi piuttosto a pensare alla prosperità come espressione dei vostri talenti, come affermazione delle vostre piu' autentiche qualità, come espressione dei vostri desideri piu' sinceri e profondi di amore e di condivisione, di rispetto, di comprensione, di gratitudine.
Naturalmente porterete con voi il vostro mazzetto ed esso vi terrà compagnia per l'intero corso dell'anno. La rugiada della notte magica di San Giovanni lo avrà bendetto e lo avrà caricato di un'energia speciale e voi lo avrete impregnato della forza delle vostre speranze e dei vostri desideri ed essi non chiederanno altro che il vostro contributo, per potersi pienamente realizzare e rendervi felici.
Auguri a ciascuno di prosperità e realizzazione.